Pino Imperatore*, autore teatrale e romanziere di successo risponde a cinque domande sulla sua attività di scrittore.
Presentazioni e reading in giro per l’Italia. Parti e raggiungi davvero ogni luogo d’Italia. Come fai ad avere il tempo per scrivere?!
A volte me lo chiedo anch’io. Ma quando si è animati da una forte passione, nulla è impossibile. Scrivere mi dà l’opportunità di esternare idee, pensieri, riflessioni, stati d’animo; non rinuncerei mai e poi mai a tutto ciò, anche a costo di sacrifici. Di solito scrivo la sera tardi, fino a notte inoltrata, o nei week-end. Se necessario, rinuncio pure alle vacanze. E non mi pesa fare anche tre presentazioni nello stesso giorno: il contatto con i lettori è entusiasmante.
Ridere aiuta a vivere meglio. Secondo te, perché negli ultimi tempi si preferisce raccontare solo storie di camorra che ci raccontano il peggio della nostra terra?
Se un fenomeno gravissimo come la camorra coinvolge e deteriora la società in cui vivi, diventa impossibile restarne distaccati, far finta di niente. Parlarne, denunciarlo, combatterlo è un dovere. Il silenzio sarebbe una sconfitta, e non farebbe altro che favorire le attività criminali. D’altro canto, sono convinto che occorra anche raccontare il bello e il buono che ci circonda. Io lo faccio spesso. Persone, luoghi, eventi creativi e positivi. E ce ne sono tanti, per fortuna. Dobbiamo fare in modo che ce ne siano sempre di più e che facciano più notizia.
Il successo di pubblico ti ha premiato alla grande: te lo aspettavi?
Lo speravo. Chi pubblica libri si augura che vengano letti dal maggior numero possibile di persone. Nel mio caso è avvenuto qualcosa di più importante: il forte coinvolgimento emotivo dei lettori. Si sono appassionati alla storia, si sono affezionati ai personaggi, mi scrivono, mi contattano, mi danno anche suggerimenti sul prosieguo della saga. Tutto molto bello.
Cosa consiglieresti a un giovane disoccupato che per lavorare ad ogni costo accetterebbe anche le offerte della camorra?
Di non precipitare in questa trappola, che ha soltanto due vie d’uscita: la cella di una prigione o la fossa di un cimitero. Meglio svolgere un lavoro umile, onesto e dignitoso che finire tra le grinfie della criminalità e del guadagno “facile”. Facile per modo di dire: i proventi della camorra sono sempre sporchi di sangue.
Raccontami, se ti va, del perché hai deciso di metterti a scrivere storie che hanno una forte componente umoristica.
Mi viene naturale scrivere con ironia. Mi diverte. E attraverso la narrativa cerco di trasferire il mio divertimento ai lettori. Qualcuno mi ha definito “missionario del sorriso”. Ne sono onorato.
*Pino Imperatore è nato nel 1961 a Milano da genitori emigranti napoletani. Vive ad Aversa e lavora a Napoli. Nel 2001 ha ideato e fondato a Napoli il Laboratorio di scrittura comica e umoristica Achille Campanile. Dal 2005 lo affianca nella conduzione il ludolinguista Edgardo Bellini, campione italiano di Giochi di Parole. I suoi ultimi due libri pubblicati sono: Benvenuti in casa Esposito, (Giunti Editore, 2012). Bentornati in casa Esposito, (Giunti Editore, 2013).
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