Ai lettori di Inkistolio, con affetto.
Oggi è il 24 aprile 2016. Non ho scritto su questo blog per poco più di nove mesi. Un tempo così lungo che a classificarlo sotto vetro potrebbe riempire tanti di quei vasetti di vetro da far perdere la ragione anche al più bravo biografo. Anche se io non vi sono mancato, tutti voi lettori quotidiani di Inkistolio ( e giuro che siete davvero tanti, per un blog ideato e tenuto in vita quasi per “gioco”) mi siete mancati ogni giorno. Le vostre mail, le vostre voci a telefono e i vostri commenti in questi anni di vita da blogger mi hanno tenuto compagnia nei momenti più difficili della mia vita. Per me siete, nel vostro stare al mondo come creature pensanti fatte di carne e ossa e voci e lettere e messaggi, un bel pezzo di famiglia immortale che mi accompagna da anni. Vi assicuro che non è poco, in tempi bui e difficili come questi viviamo qui e ora.
Devo dire che in questi mesi, quasi come in quei film basati su storie che sembrano non avere senso- ma che ci lasciano perplessi per giorni e giorni-sono accadute tantissime cose. Alcune ve le risparmio, per ovvie ragioni su cui non voglio affatto dilungarmi. Di altre parlerò nei miei racconti, che è meglio.
Dico solo che non è facile sbarcare il lunario da precario-scrittore-inkistoliatore e trovare il tempo di aggiornare questo blog più o meno personale. Tempo che non afferro mai, e che vorrei in abbondanza per leggere un libro, passeggiare in riva al mare o provare a scrivere quelle storie che sento mie. Oggi, considerata la pioggia in arrivo, mi sono allontanato per qualche ora dal mio lavoro sempre più precario ( provate voi a fare i venditori ambulanti di uova prodotte da galline cilentane) e ho ripreso in mano la tastiera del computer per scrivere questo post. Forse sto scrivendo ben poco di quanto avevo in mente prima di sedermi a scrivere. Queste righe sono quasi inutili, rispetto alle interviste e alle storie pubblicate negli ultimi anni su inkistolio, però sentivo di dovervelo dire in qualche modo: sono qui a leggervi ancora e pronto a rimettere in moto questo blog.
Spero solo non vi sia passata la voglia di leggere inkistolio. Quanto al resto, al come ci si sente in questo Paese malato nel midollo osseo, tutti voi lettori e navigatori di questo universo quotidiano buio e freddo o caldo e molliccio a seconda di quanto ci accade lo sapete già. Non sarò io a darvi la ricetta per la felicità eterna. Come dice un mio amico orologiaio: “…Non esistono ricette. Esistono troppi aspiranti cuochi e poca gente disposta a mangiare la vita”. Ecco, prendendo in prestito le sue parole, posso dirvi che è un piacere essere qui e ora per divorare con voi pezzi di vita (letteraria e non).
Ovvero passarvi consigli di lettura, interviste di autori e recensioni letterarie o – quando escono dalla mia testa e appaiono chiari anche me- alcuni miei racconti. Se pensavate di scoprire solo alla fine di questo post cosa ho fatto in tutti questi mesi… mi spiace deludervi ma non sarò io a dirvelo.
Ero altrove, quando c’ero. Per il resto del tempo (quello non trascorso a parlare di libri da queste parti), se non ero in giro a combattere o a vendere uova, ho accarezzato il mio gatto.
Grazie a voi per l’attesa e la pazienza. Solo questo.
Ci si legge da queste parti.
Mario Schiavone
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