5 domande orticanti a Luana Vergari: sceneggiatrice per l’infanzia e romanziera.

L'ESTATE CHE UCCISI MIO NONNO

 

″ …da piccola volevo essere a tutti i costi Batman… ma appunto lui non ha dei superpoteri″
(Luana Vergari*)

Il tuo esordio come scrittrice ti ha condotto a ri-creare il mondo di un bambino speciale. Una piccola creatura capace di spingere la sua immaginazione verso ogni luogo della mente. Quanta fatica hai fatto scrivendo questa storia?

Dal punto di vista narrativo ho avuto fin da subito le idee chiare. Sapevo cosa volevo raccontare e quello che mi divertiva e interessava scrivere… come muovere la storia e i personaggi. L’aspetto più faticoso è stata la scrittura vera e propria… immaginare la lingua del bambino, fare in modo che sia sempre coerente con se stessa, che sia una lingua “giusta” per raccontare quello che accade nella storia… ecco, non è stato facile, ma proprio per questo è stata la parte più interessante del lavoro per me.

Di solito ti occupi di fumetti e animazione. Quali differenze – positive e non- hai scoperto ora che stai usando un medium narrativo differente?

Sono una sceneggiatrice, solitamente scrivo per media diversi: animazione e fumetto nella maggior parte dei casi. Solitamente, dunque, scrivo per poche persone: lo story-editor, il regista o il disegnatore con il quale lavoro… la grande differenza che mi viene in mente è che per una volta sapevo che ci sarebbe stato un pubblico “vero” e che in qualche modo sarebbe stato un lavoro che mi rappresentava in pieno! Devo dire che mi è piaciuto molto!

Lo sai che il bambino di cui racconti ha la “guerra” in testa. Mi spiego meglio: da noi dire a un bambino hai la guerra in testa significa dirgli che ha molta fantasia, ovvero che ha una bella mente. Hai mai incontrato nella vita reale un bambino simile a quello che fai parlare nel libro?

Molti spunti arrivano direttamente dai miei ricordi d’infazia… nascono da immagini, frammenti, discorsi che io, mio fratello o i nostri amici facevamo da piccoli… credo che tutti i bambini abbiamo per così dire una grande immaginazione o come dici tu una“guerra” in testa… penso che non sempre prestiamo troppa cura al mondo meraviglioso che sono in grado di raccontarci… In questo periodo sto animando degli atelier di fumetto in alcune scuole francesi… i bambini che incontro sono in grado di fare domande strabilianti, di riflettere sul mondo capovolgendo qualsiasi ovvio e scontato punto di vista adulto…

Puoi dirci qualcosa dei tuoi lavori in ideazione-preparazione-uscita-?

Domanda difficile… è un periodo pieno di progetti… per ora posso dirti che il prossimo mese sarà girato in Inghilterra un cortometraggio di cui ho appena finito di revisionare la sceneggiatura “VOID” e che sono già al lavoro su un secondo romanzo che parlerà di cucina ma in modo piuttosto inaspettato…

Sei dotata anche tu di superpoteri vero? Se non lo sei, ti andrebbe di raccontarci quale super potere vorresti avere?

Purtroppo non ho nessun superpotere. Non so se mi piacerebbe averne uno… ho letto troppi fumetti per non sapere che i supereroi hanno mille e più responsabilità, insomma sono sempre in giro per il mondo o l’universo a combattere il cattivo di turno e a salvare il mondo… non so… non mi ci vedo bene… anche se da piccola volevo essere a tutti i costi Batman… ma appunto lui non ha dei superpoteri.

Luana Vergari* è una sceneggiatrice e narratrice italiana, che vive e lavora in Francia. Ha scritto per il cinema, l’animazione e il fumetto e ha realizzato diversi libri per bambini. “L’estate che uccisi mio nonno” è il suo primo romanzo.

Per comprare il suo primo e accattivante romanzo cliccate qui:
http://www.ibs.it/code/9788897141372/vergari-luana/estate-che-uccisi-mio.html

Per saperne di più sull’autrice e sul suo libro, potete visitare questi due blog:
http://www.applecheddarsoup.blogspot.fr
http://www.lestatecheuccisimiononno.wordpress.com
Luana Vergari è rappresentata da: http://booktellereventi.wordpress.com/

© Mario Schiavone per Inkistolio: Storie orticanti. RIPRODUZIONE RISERVATA DEI TESTI.

Cinque domande a Jacopo Masini

Lo stagionale di Jacopo Masini
Lo stagionale di Jacopo Masini

Jacopo Masini*, scrittore-redattore-editor ci parla della sua passione per il mondo delle storie: libri, fumetti e altro ancora.

Sei uno scrittore di narrativa, ma anche redattore per una casa editrice di fumetti! Cosa hai imparato, di mestiere in mestiere, a proposito della scrittura creativa?

Caspita, questa è una domanda enorme. Allora, provo a condensare le cose che credo di aver imparato in poche battute. La cosa essenziale, credo, è principalmente una: le storie sono il motore di tutto. Provo a spiegarmi. È un po’ come quando racconti a un amico cosa ti è successo il giorno prima: ti sta ad ascoltare se gli viene voglia di sapere come va a  finire la tua storia, di conoscere la ragione per cui gliela stai raccontando. Dipende da come gliela racconti, da cos’è effettivamente accaduto e da una mescolanza di elementi che rendono la narrazione irresistibile. Ecco, questa cosa, questa specie di magnetismo delle storie, accomuna ogni forma di narrazione. Tutto il resto – la regia, la tecnica, la proprietà di linguaggio – viene insieme, dopo, prima, ma non può sostituire la forza pazzesca di una storia che ti irretisce come fanno le favole con i bambini.

I tuoi libri contengono per lo più racconti. Secondo alcuni editori italiani, i racconti piacciono a pochissimi lettori. Cosa pensi di questa inutile questione?

Penso la stessa cosa che dice Krugman a propostito delle ricette di austerità economica, una modalità di diffusione delle opinioni che ha un nome che ora non ricordo: qualcuno di autorevole sostiene una tesi, un’altra persona autorevole la ribadisce, un altro ancora la riprende e alla fine diventa una verità. Nessuno, però, si ricorda l’argomento iniziale e può dimostrarne la fondatezza. Detto questo, penso che le modalità di lettura imposte dal web e le abitudini dei nativi digitali faranno in modo che le forme narrative brevi richiederanno un loro spazio. Sono pronto a scommetterci.

Raccontaci la giornata di uno scrittore-supereroe come te:
La mattina in redazione, e la notte in strada a combattere il crimine?

Giornata? In genere sono due o tre giornate in una sola. Adesso che collaboro con SaldaPress, la casa editrice di fumetti che pubblica The Walking Dead in Italia e altre cose fighissime, passo la giornata in studio a occuparmi di redazioni dei testi e dell’ufficio stampa. La sera, o quando riesco a ritagliarmi un po’ di tempo, tengo corsi di scrittura e scrivo a mia volta. La notte il crimine non esiste, è questo il bello. Il crimine è di giorno. Di notte nessuno ti cerca, tutto tace, le macchine quasi smettono di circolare e scrivo e leggo. Infatti dormo pochissimo.

Qual è l’autore di storie – non vivente- che hai nel cuore?

Non ho nessun dubbio: Robert Louis Stevenson. Il più schietto, suadente, mirabolante narratore di tutti i tempi, per come la vedo io.

Cosa diresti a un (tuo) lettore immaginario?

Che lo ringrazio per avermi letto e che spero si sia divertito. Per me è sempre un piccolo miracolo che qualcuno legga le cose che scrivo, una forma concreta di telapatia, come dice Stephen King. Il lettore immaginario – che poi è sempre così, immaginario – è la materializzazione di un fantasma: qualcosa che non c’era, era senza corpo, senza volto e poi appare. Perciò gli direi che sono molto contento che lui esista, anche se prima non sapevo della sua esistenza. Gli direi che sono contento perché c’è lui, in fondo, ecco. Tutto qui.

Jacopo Masini è nato a Parma nel 1974. Si è laureato in lettere moderne a Bologna. Autore di diverse storie (pubblicate da Fandango,  Epika Edizioni e altri editori), fa parte della redazione che cura il mitico albo a fumetti “The Walking Dead” pubblicato in Italia da SaldaPress editore. Il suo ultimo libro è “Lo stagionale” (Epika Edizioni 2012).

 © Mario Schiavone, per Inkistolio: Storie Orticanti.  RIPRODUZIONE TESTI RISERVATA.

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