
Il Signore si trovava, come in un più che imperfetto presente, ora al di qua della città senza niente sopra, ora al di là della città senza niente sotto; ora al di qua della città circonferenza, ora al di là della città quadrato; ora al di qua della città esagono, ora al di là della città fortezza. E viceversa: ora ad di là della città senza niente sopra, ora al di qua della senza niente sotto; ora al di là della circonferenza ora al di qua della quadrato; ora al di là della esagono, ora al di qua della fortezza. E allo stesso modo ora sopra, ora sotto; e viceversa.
Se cosí le cose, ma come non si sa, né se cosí; ma se cosí le cose, il signore si trovava insieme al di qua e al di là d’ogni angolo, lato, punto, porta, scala, torre, della e delle città; e sopra e sotto d’essi e d’esse, allo stesso modo, quasi eccedente ed ecceduto insieme: limite di tutte le cose, e da di esse nessuna limitato; o, al contrario, le cose limite e d’esso non limitate.
Poste supposte la e le città senza niente sopra e senza niente sotto, per esempio, il signore, ora al di qua dell’une, ora al di là dell’altre, e ora al contrario, era ecceduto o eccedente? o, in presenza del come si è detto piú che imperfetto presente, l’uno e l’altro insieme? E se d’essa e d’esse ora sopra, ora sotto, ― cosa come dire? se, per esempio, sopra la e le città senza niente sotto e sotto la e le senza niente sopra, il signore ecco che avrebbe potuto dirsi ecceduto; ma se invece sotto l’una e l’une e sopra l’altra e l’altre, eccedente, se pure eccedente un che, che non ammetteva eccezioni. E quale ― la regola?
Forse non c’era regola, e questa ― la regola.
Come se la regola fosse soltanto una mancanza di regole, una totale, assoluta mancanza di regole.
Forse non c’era limite, né misura, né regolo per, e questi ― il limite, la misura, il regolo. E né manco c’era legge, e questa ― la legge.
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