Solo i poveri cristi lo sanno.

Ecce Homo 2013. dell'artista campano Raffaele Bova. In questo grottesco momento storico accadono cose difficili da raccontare. Ho provato  a descrivere quella che qui, in Campania… (Italia eh. non Marte, sempre Italia!)… chiamiamo  vita quotidiana. Girando fra le strade, ascoltando le persone e osservando ogni vita. Ogni storia. Pure quando sono “inventate”, queste storie, hanno sempre a che fare con la vita vera. Sempre.

http://terranera-mareblu.comunita.unita.it/2013/10/16/crisi-italiana-a-come-analista-economico-che-conta-e-a-come-asino-che-fatica/

Buona lettura e buona condivisione!

ps e grazie di cuore a tutti voi. siete davvero tanti come lettori. Sono felice e onorato di questa cosa, perchè queste storie appartengono a tutti. Non solo a chi vive in questa terra del sud oggetto di cronaca nera, rossa o gialla.

5 domande allo scrittore Tommaso Pincio.

Lo-spazio-sfinito-copertina-libro
“Lo spazio sfinito” di Tommaso Pincio, un romanzo fuori dal comune.

“…Per noi, la guerra fredda era il tempo ideale. Dopo la sua fine, il nulla. È cominciato il viaggio nel deserto, il progressivo impoverimento. Ne usciremo soltanto quando le generazioni che hanno fatto il ’68 e gli anni di piombo non saranno più al potere. Prima o poi accadrà. Il rischio è che accada per decorrenza dei termini di esistenza in vita dei vecchi anziché per la rabbia dei giovani…”(Tommaso Pincio*)

Dicono che hai informazioni dirette sul tuo omonimo statunitense: Thomas Ruggles Pynchon Jr. ! Se non è vero a me piace crederlo: Ti andrebbe di dirci qualcosa in più rispetto alle pochissime informazioni che circolano in rete?

Spiacente, ma debbo deluderti. Non ho accessi privilegiati né mi interessa averli. Del nuovo romanzo, so quello che tutti possono trovare in rete. E le informazioni non sono affatto poche. Si conoscono titolo, ambientazione, trama. È anche possibile leggere un lacerto delle prime pagine. In pratica tutto l’essenziale. Cosa vuoi di più?

Tentativi da Pittore, Successo da Scrittore: Anni fa (Torino, 2004) mi hai raccontato della tua sofferenza legata al “fallimento” incontrato col primo “mestiere” artistico. Con la scrittura, hai ottenuto, a mio avviso, un ottimo successo. Oggi leggo che continui a creare opere d’arte, con un notevole riscontro di critica e pubblico. Pensi ancora di non essere un bravo artista quando usi tela e pennello?

Lo penso ancora e non c’è modo di non seguitare a pensarlo. E lo stesso vale anche per il mio lavoro di scrittore. Si è soddisfatti della propria opera soltanto a sprazzi, per brevi momenti di esaltazione cui sempre seguono ore interminabili di dubbio e sconforto. Soltanto gli idioti provano una fierezza perpetua e senza incrinature. Il successo, il riconoscimento del pubblico è faccenda diversa. Spesso si è apprezzati pur non avendo prodotto alcunché di speciale, pur essendo mediocri artisti. E allora il successo costituisce una sorta di lenitivo, un anestetico che consente di non fare i conti (o non farli troppo) con i propri limiti. Ma è un problema che mi riguarda soltanto relativamente, visto che pure il successo è molto, ma molto relativo.

Ho letto molti dei tuoi libri. In diversi momenti della mia vita: sembravano costruire, le pagine delle tue storie, una bellissima colonna sonora. Per me indispensabile perché utile a combattere i giorni tristi che vivevo fra un lavoro e l’altro, sogno dopo sogno. Se ti chiedessi di raccontare l’immagine di un ventenne che fa il portiere notturno, sognando di pubblicare il suo (primo) romanzo per bambini… Quale disegno o frase inventeresti?
Avendo un debole per gli alberghi, i portieri di notte mi sono sempre piaciuti. Preferisco comunque cambiare domanda; le dediche mi piacciono assai meno.

Quale storia scrivi in questo periodo così difficile per il nostro Paese?

Un libro attorno al quale giro da anni. Il suo centrale tema è l’arte e, più in particolare, la pittura italiana, la sua idea di spazio e luce, il suo rapporto con la cultura che l’ha prodotta, con il mecenatismo e il mercato, ma soprattutto il suo confrontarsi con l’immagine di tipo fotografico e dunque con la nozione di immagine e, fatalmente, di realismo. Vede per protagonisti uno fra i maggiori maestri italiani e una versione alterata di me stesso. Quanto alterata, se poco o molto, ancora non so. Dipende da quanto cambierò le carte in tavola in corso d’opera. Conoscendomi, può ancora accadere di tutto. In effetti, non importa granché quanto mi stravolgerò perché non sono io il vero protagonista bensì l’artista di cui dicevo. Mi rendo conto di essere stato fumoso, ma non posso essere più esplicito di così. In determinate fasi del lavoro, dire troppo significa spezzare l’intimità necessaria col soggetto.

Provo a essere ottimista: in Italia la gente comune ricomincerà a leggere davvero bei libri, la politica smetterà di far promesse e io non dovrò più fare mille lavori schifosi per sopravvivere. Forse. Tu cosa pensi di questi tempi bui italiani?

Pensare che i tempi bui siano una contingenza è un consolante abbaglio. L’attuale decadenza italiana non è frutto della crisi economica. La recessione ha soltanto esaltato e aggravato un male che covava da tempo. L’Italia non ha mai superato il trauma del crollo del muro Berlino, tant’è che abbiamo prontamente allestito una sua replica grottesca e patetica, un teatrino dell’assurdo col quale siamo andati avanti un ventennio. Che Berlusconi abbia potuto fare dell’anticomunismo una bandiera, la dice lunga in proposito. Anche l’insistita adozione del linguaggio calcistico dice molto sul nostro modo di pensare. Ci dice, per esempio, che la contrapposizione tra destra e sinistra, prima ancora che una questione politica, è una bega da stadio. Noi italiani sappiamo concepire la convivenza soltanto nel tempo orizzontale del derby, un tempo nel quale ci scanna tra fratelli, tra guelfi e ghibellini, tra rossi e neri, tra laziali e romanisti. Preferiamo accoltellare il fratello piuttosto che uccidere il padre. Per noi, la guerra fredda era il tempo ideale. Dopo la sua fine, il nulla. È cominciato il viaggio nel deserto, il progressivo impoverimento. Ne usciremo soltanto quando le generazioni che hanno fatto il ’68 e gli anni di piombo non saranno più al potere. Prima o poi accadrà. Il rischio è che accada per decorrenza dei termini di esistenza in vita dei vecchi anziché per la rabbia dei giovani.

 

Tommaso Pincio* è uno scrittore italiano esperto di arte e letteratura americana. Il suo ultimo libro è questo: http://www.ibs.it/code/9788842818298/pincio-tommaso/pulp-roma.html

Qui:  http://it.wikipedia.org/wiki/Tommaso_Pincio trovate la ragione del suo nome d’arte, una biografia e l’elenco dei suoi libri(nonché altri dettagli interessanti!)

 © Mario Schiavone per Inkistolio: Storie orticanti. RIPRODUZIONE RISERVATA DEI TESTI. 

 

 

 

5 domande a un autore insolito e anomalo, ma sempre sincero: Franz Krauspenhaar!

1975 (Caratteri Mobili editore), un libro di Franz Krauspenhaar.
1975 (Caratteri Mobili editore), un libro di Franz Krauspenhaar.

Franz Krauspenhaar, nonostante i mille impegni, ha trovato il tempo di rispondere a cinque domande. Per questo motivo, lo ringrazio di cuore per questa breve ma intensa intervista. Buona lettura a tutti voi e grazie.

“…fare i professionisti in un mondo di dilettanti. Non è piacevole. Ma l’Italia è la culla degli improvvisatori…” (Franz Krauspenhaar*)

Scrittore, poeta, traduttore, blogger. Ti andrebbe di dirci come hai cominciato a scrivere e perché?

Traduttore non più. Blogger ormai pochissimo. Ho cominciato a scrivere perché disegnavo fumetti ma non ero bravo a fare i corpi e dunque ho tradotto delle storie visive in racconti.

 Sulla rivista letteraria Nazione Indiana ho letto un pezzo d’archivio in cui raccontavi della tua visita a casa della Mazzantini… Una storia che mi ha colpito molto. Perdona la domanda: Quella storia è del tutto vera o (anche) un po’ romanzata?

La storia della Mazzantini è finta; ho preso un’intervista fatta a Panorama dalla scrittrice e ci ho aggiunto il sottoscritto in visita… Ne è venuta fuori una cosa abbastanza divertente e credo liberatoria.

 Sei uno dei fondatori di Tornogiovedi, spazio culturale della rete web molto frequentato. Ti andrebbe di dirci com’ è venuta l’idea a te e agli altri fondatori?

Io mi sono trovato la pappa pronta, devo dire. L’idea è tutta di Fernando Coratelli, Luigi Carrozzo e Paolo Spada. Mi hanno coinvolto a cose quasi fatte e ho aderito con grande piacere. Per il resto, a loro è venuta l’idea di una webzine culturale con la scadenza settimanale, e con uscita al giovedì; l’idea del nome è di Paolo.

Tempo fa mi hai detto: “Noi non facciamo parte di nessun giro. Siamo solo un gruppo di amici che fa volontariato culturale!” Quanta fatica costa fare volontariato culturale in Italia?

Cosa vuol dire? vuol dire fare le cose gratis. E allo stesso tempo comportarsi da professionisti. Dunque fare i professionisti in un mondo di dilettanti. Non è piacevole. Ma l’Italia è la culla degli improvvisatori. Quanto costa? Bisognerebbe quantificare in mancati introiti. Ma lasciamo perdere.

So che ami la pittura. Se i tuoi libri fossero quadri, che stile avrebbero?

I miei libri sarebbero dei quadri moderni, ma figurativi. Sono molto attaccato alla concretezza, anche quando non sembra. Sarebbero quadri molto materici, tanto che al tatto sarebbero anche taglienti.

Franz Krauspenhaar* è uno scrittore e poeta italiano. Ha fatto parte delle redazioni di alcuni tra i più famosi blog letterari italiani prima di contribuire alla fondazione di http://www.tornogiovedi.it/ .

Ha pubblicato diversi libri. Fra gli altri:  Avanzi di balera (Addictions, 2000), Le cose come stanno (Baldini & Castoldi, 2003), Cattivo sangue (Baldini Castoldi Dalai, 2005), Era mio padre (Fazi, 2008), L’inquieto vivere segreto (Transeuropa, 2009), il breve romanzo-saggio Un viaggio con Francis Bacon (Zona, 2010), 1975 (Caratterimobili), La passione del calcio (Perdisa Pop.2011), Le monetine del Raphaël (Gaffi, 2012). Con il libro “Era mio padre” ha vinto il Premio Palmi speciale per la narrativa edizione 2008.

Per saperne di più su Franz Krauspenhaar qui una sua biografia: http://it.wikipedia.org/wiki/Franz_Krauspenhaar

Per acquistare i libri di Franz  potete consultare questa pagina:http://www.ibs.it/ser/serfat.asp?site=libri&xy=franz+krauspenhaar

© Mario Schiavone per Inkistolio: Storie orticanti. RIPRODUZIONE RISERVATA DEI TESTI. 

Crea un sito web o un blog su WordPress.com

Su ↑