La donna che aveva visioni.

La donna che aveva visioni-Marosia Castaldi-Barbera Editore

La donna che aveva visioni…(appunti per una recensione che non so scrivere in modo diverso).

L’ultimo libro di Marosia Castaldi, La donna che aveva visioni (Barbera editore, pagg. 303, euro 16,90), è un oggetto narrativo che fin dalla copertina ricorda i più svariati oggetti magici. Ad esempio, a osservarlo bene, ho pensato (anche) a un baule di quelli usati per i viaggi verso altri mondi. Breve premessa, io sono di parte: Quando leggo i libri di Marosia Castaldi me ne sto per giorni a riflettere. Perché penso a tutte le ossessioni e le inquietudini che riguardano la vita, la famiglia e i nostri demoni interiori più nascosti.

Il libro, pubblicato dai tipi di Barbera Editore , vede Maria – la protagonista della storia- raccontare quello che lei prova per tutte le “creature” di questo e di altri mondi. All’interno del non-mondo narrativo creato dalla Castaldi troviamo non-creature comuni intese come esseri viventi e comunicanti fra loro.  Le creature di questa storia sono (anche) alimenti ed elementi della gastronomia che danno vita a scene drammaturgiche molto evocative e persuasive.  Immagini che si affidano al lettore più paziente ed esigente mostrano la loro natura “primordiale”, quasi come se nate da pagine che appaiono come scolpite attraverso la manipolazione della pietra viva che ha luogo nelle mani di un artigiano. Una delle immagini più suggestive e potenti che c’è nel libro è quella della gatta chiamata Amelie. Un animale magico che pur avendo (all’inizio) sembianze comuni, diventa -via via che la narrazione prende vita- anche altro. Fino ad assumere un aspetto mutante frutto di una dimensione letteraria che attinge a ritratti antropomorfici-universali-animali-immondi ben presenti nella formazione “artistica” dell’autrice che è inventrice di storie ma anche artista a tutto tondo. Se tutto muta, in questa storia, ciò che è ben saldo e resistente è il lavoro del “pensare storie”, caro alla Castaldi che diventa visione universale della materia e dei viventi. Il tentativo dell’autrice, consistente in un gesto narrativo estremo perché capace di abbandonare ogni criterio stilistico per entrare nell’ immaginario di ogni lettore attraverso una scrittura che sfonda ogni canone logico-narrativo e rimescolare tutte le regole legate al concetto di “genere narrativo”. Questo ha luogo, in particolare, quando il cibo è oggetto di ricordi, incontri, abbandoni e ritrovamenti.

Ogni pasto immaginato, condiviso, rifiutato o consumato con voracità dai personaggi che popolano il libro apre squarci narrativi in cui i fantasmi personali della protagonista (e voce narrante) Maria ben raccontano il (suo) mondo e le (sue) perdite.  Uno sguardo così profondo e lacerante che va oltre il normale vivere quotidiano, senza mai cercare senso di pietà o suggestioni commoventi dirette verso un lieto fine cui ci ha abituato tanta narrativa italiana contemporanea.

Dio, La Morte, La Malattia, Il Sesso (inteso come pratica innaturale) sono le parole chiave di questa storia che osa sfidare i canoni narrativi per imporsi nella sua purezza linguistica. Un lettore comune potrà forse odiare (per poco) queste pagine o amarle(per sempre) ma non è questo il tipo di fine o scopo a cui punta la potenza narrativa della Castaldi. La scrittura che emerge da La donna che aveva visioni è complessa ma non complicata, appagante ma non compiacente. Un testo, a metà fra romanzo e componimento poetico, che diventa ibrido narrativo capace di meritare rispetto per il coraggio e l’abilità con cui l’autrice l’ha composto manipolando la lingua e sfidando la punteggiatura (pur sapendola usare decide, in modo voluto e deliberato, di non tenerne conto ma di raccontare la storia come una lunga narrazione orale) fino a liberarsi di ogni segno d’interpunzione. Cosa resterà della letteratura di questo tempo che pare sfuggire dalle nostre mani? Non lo so. Sicuramente, dentro di me, rimarranno le pulsioni di quest’animale cartaceo a forma di libro scritto da Marosia Castaldi. Se la foresta delle librerie italiane pullula (anche) di libri che ricordano animali artificiali morenti degni di un romanzo di fantascienza, è pur vero che esistono ancora scrittori capaci di liberare dalla propria mente creature selvatiche (irrequiete e speciali) come questo libro. Buona lettura.

Se volete comprare la donna che aveva visioni lo trovate qui:

http://www.ibs.it/code/9788878995772/castaldi-marosia/donna-che-aveva-visioni.html

Se volete saperne di più sull’autrice ecco il suo blog:

http://marosiacastaldi.wordpress.com/

© Mario Schiavone per Inkistolio: Storie orticanti. RIPRODUZIONE RISERVATA DEI TESTI. 

5 domande a Paolo Melissi

Metro Milano di Paolo Melissi (Historica Editore)
Metro Milano di Paolo Melissi (Historica Editore)

“Si parla di grattacieli, di fantasmi, di storia antica, di serial killer ottocenteschi, di ristoranti egiziani, di sotterranei, di acque scomparse e canali, di leggende, campi Rom…” (Paolo Melissi*)

Sei Scrittore e Redattore. Io però ti conosco anche come aspirante cartografo. Come nasce questa tua passione per le mappe dei luoghi?

Ci sono due elementi  – due “fatti” – che posso rievocare per cercare di giustificare questa passione. E sono due fatti che coincidono con due doni. Molti anni fa mio padre mi regalò il suo atlante scolastico, formato zaino, su cui aveva stampigliato le iniziali F e M con un rudimentale timbro ricavato da un pezzo di gomma modellato. Ci persi completamente la testa! I primi chilometri ho incominciato a percorrerli su quella carta inaridita dagli anni. Poi mi regalò la serie completa delle cartine a rilievo delle regioni italiane realizzata dall’Istituto Geografico De Agostini: una droga gratuita. Così poi mi è capitato di desiderare di entrare in una carta geografica, insomma di poterci camminare.

Sei napoletano, ma vivi a Milano. Cosa sogni quando ti manca Napoli?

A volte sogno le strade di Napoli, che sono esattamente quelle ma anche trasfigurate, dilatate, e percepite come in un trip semi-lisergico. Sogno una Napoli labirintica, più labirintica di quella reale. A occhi aperti sogno invece una Napoli nuova, una Barcellona d’Italia. Sono sempre sogni. La mancanza, dopo tanti anni, ha preso forme diverse da quelle delle origini. Mi manca Napoli come “ispirazione”.

C’è un libro di narrativa per te indispensabile e che porteresti ovunque?

Credo Vita istruzioni per l’uso di Georges Perec. Non sarebbe l’unico, ma è indispensabile e ha il pregio di poter racchiudere tutti gli altri libri indispensabili. Forse perché per me è il simbolo delle infinite possibilità della letteratura e del racconto, l’idea racchiusa in un parallelepipedo cartaceo che non esiste LA letteratura ma infinite possibilità.


Collabori con la rivista Satisfiction. Dimmi la verità: quanti lettori rimborsate ogni anno con la vostra formula soddisfatti (per la recensione) o rimborsati (per il libro)?

In tutta la storia di Satisfiction, se non ricordo male, sono stati solo due i casi di lettori rimborsati. Va anche detto che la motivazione del rimborso deve essere sostenuta da una contro-recensione, che metta in evidenza, quindi, i motivi di insoddisfazione del lettore. Altrimenti sarebbe troppo facile!

Durante le passeggiate d’autore che organizzi, cosa diavolo fate oltre a parlar di libri e mangiare pop-corn? (li mangiate i pop corn vero?!)

Ogni Passeggiata è “firmata” da un autore, quindi ha un punto di vista ben preciso, mai coincidente con quello degli altri. Si parla di grattacieli, di fantasmi, di storia antica, di serial killer ottocenteschi, di ristoranti egiziani, di sotterranei, di acque scomparse e canali, di leggende, campi Rom, cronaca nera, di psicogeografia, di cinesi, di chiese torri lazzaretti peste guerre bar alberi centenari ‘ndrangheta. Da quando poi le Passeggiate si tengono anche a Roma e Como, gli argomenti sono aumentati a dismisura. No, in tre anni non abbiamo mai mangiato pop-corn. Meglio pranzare dopo, a cose fatte, e seduti.

 Paolo Melissi* è napoletano doc, ma vive e lavoro a Milano. Fra le tante cose di cui si occupa, è anche Direttore di http://www.satisfiction.me/ versione on line della nota rivista fondata da G.P. Serino. Ha lavorato alle pagine culturali de il Mattino, Avvenimenti, Diario, Linea D’ombra, Pickwick, Bookshop, Corriere.it. È tra i fondatori dell’associazione Pluriversi con cui ha lanciato a Milano le “Passeggiate d’Autore”. Il suo ultimo libro è “Metro Milano” (Historica editore 2010). Per saperne di più sulle passeggiate: http://passeggiatedautore.blogspot.it/

© Mario Schiavone per Inkistolio: Storie orticanti. RIPRODUZIONE RISERVATA DEI TESTI.

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