L’antropolog(i)a che amo.

Oggi vi racconto di quando ero piccolo e in classe ci dicevano qualcosa come: “Oggi farete un Tema d’Italiano”. Poi l’insegnante andava alla lavagna e scriveva tre tracce. Io, per pura pigrizia, sceglievo sempre la traccia: “Parlo di…”. Così riempivo 4 mezze pagine di quadernone con pensieri davvero assurdi e storie- o frammenti di storie- che parlavano di episodi davvero incredibili. Allora abitavo in piena campagna. Credevo nel potere di oggetti  per me sacri e misteriosi: pietre di fiume, chiavi fabbricate per i portoni delle case antiche e altri oggetti – in apparenza- inutili come le forbici con la ruggine e i sacchetti di stoffa dotati di lacci. Molto tempo è passato da quando cercavo- e coccolavo- quegli oggetti. Non sono mai diventato un investigatore privato, né il capo di una squadra tipo “goonies”. Non ero come Chunk, ma poco ci mancava. Ora, tutto questo, non so davvero cosa possa c’entrare con questo blog letterario. Ovviamente la storia che volevo raccontarvi è un’altra, forse questa: sto cercando serenità mentale per completare i primi due capitoli di una nuova storia molto bella. Quindi, pure se non ho scritto per davvero, in queste ore ho raccolto tutte le idee e gli appunti e quello che mi serviva. Sapete cosa odio di più? I buoni propositi: non li rispetto mai. Sono pigro, l’ho scritto no? Ok. Non vi annoio: la verità è questa… a breve su questo blog un nuovo episodio del Racconto a puntate di Riccardo Poli. Poi cinque nuove domande a una scrittrice di poesie e… e…un racconto inedito di Ilaria Scarpiello. Per oggi, causa stanchezza mentale, dico “passo, a voi le carte”. No, neanche questa forse è  la completa verità: L’unica cosa vera che mi sento di dire… è questa: “Stellina mia ti amo tantissimo. Ho comprato la pazienza dei lettori e questo spazio web per dirtelo qui e ora. Tutto il resto conta, fino a un certo punto. Quindi, ora lo dico in modo chiaro, questo pensiero è per te. Solo per te. Da quando ero piccolo a oggi tante cose sono cambiate ma il colore dei tuoi occhi, il profumo dei tuoi capelli e l’odore del tuo amore è quello di sempre. W l’amore. Ps sento rumore d’uova, vengo in cucina ad abbracciarti. Meglio baciarti ora e subito, altrimenti non vale!”

Ps Chiedo scusa ai lettori. Da domani le comunicazioni letterarie di questo blog diventeranno di nuovo “normali” e ordinarie. L’amore, quando è vero, causa anche un cortocircuito.

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